venerdì 19 novembre 2010

arrivederci Londra

eccomi qui a scrivere l'ultimo commento del mio glob, in diretta dall’aeroporto di Stansted, sorseggiando il mio ultimo filtred coffee e mangiando il mio ultimo cupcake. È strano di come una persona possa averne abbastanza di Londra, voler cercare di evadere dalla sua caoticità e dalla sua diffidenza per poi ritrovarsi a provare un morso allo stomaco nel vederla scorrere lontano da se dai vetri del finestrino di un autobus.

Londra ti prova, ti priva ti tutte le tue forze e ti sfinisce ma poi basta un attimo: basta passare davanti al London eye illuminato alle 5 del mattino e vederlo riflettere nell’acqua del fiume mentre sulla strada le rosse cabine telefoniche risplendono esaltate dall’umidità che bagna l’asfalto.

Per me Londra è stata come mia sorella, a volte la detestavo e ci litigavo, altre volte avrei voluto abbracciarla tutta e non abbandonarla mai. Ma ora è il momento di tornare da mia figlia, la mia Pescara, quella che “ho visto crescere”, piccola e accogliente. Non si può scegliere tra una sorella e una figlia, sono sempre e comunque amori incondizionati.